Toccata e fuga
Mio padre ha un modo tutto suo di passeggiare. Cammina a passo deciso, tiene le braccia incrociate dietro la schiena e lo sguardo fisso per terra. Con la sua fedele pipa in bocca manda così tanti sbuffi di fumo da sembrare una vecchia locomotiva a vapore. Spesso parla da solo.
‘Con chi parli?’ gli chiede sempre mia madre.
‘Io? Con nessuno. Ti sembra che abbia detto qualcosa?’
‘È mezz’ora che borbotti e muovi la testa. Io vorrei proprio sapere chi c’è nel tuo capoccione che ti tiene impegnato in queste lunghe conversazioni.’
Lui alza gli occhi al cielo e mormora qualcosa di irripetibile.
Se lo incontrate per la strada non fermatevi a salutarlo. È talmente assorto nei suoi pensieri e nelle sue solitarie conversazioni che non vi riconoscerebbe.
‘Diciamo pure che vive in un mondo tutto suo e non si accorge di nulla.’ si intromette mia madre.
‘Soprattutto degli ostacoli!’ aggiunge mia sorella.
Già, gli ostacoli sono un grosso problema. A Milano è di moda decorare i marciapiedi con tombini sconnessi e buche di varie dimensioni in modo da costringerti a camminare come se stessi giocando a campana. Ma il mio frastornato genitore, ormai l’avrete capito, non fa molta attenzione a dove mette i piedi ed è molto facile che inciampi. Proprio qualche giorno fa, preso da un’immaginaria discussione e avvolto nella sua nuvoletta di fumo, non si è accorto di una radice che usciva fuori dal terreno. Per evitare di cadere si è esibito in uno strano balletto la cui coreografia prevedeva un salto, un “porco qui!”, una mezza giravolta a braccia aperte e una toccatina, involontaria, ma pur sempre una toccatina, al generoso posteriore di un’ignara passante.
‘Ma ti sei almeno scusato?’
‘Ecchissenefrega!’ ha risposto lui, ‘era talmente brutta che le ho fatto un favore. Quante volte le sarà capitata una toccatina da un bel signore distinto?’
tra una piroetta e l'altra ti informo che quelle conversazioni mi riguardano molto da vicino…per il momento mi fanno sorridere anziché mandare a quel paese qualche ignaro passante….ma mia figlia ogni tanto mi chiede 'perché ridi?a cosa stavi pensando?'…mo' tu vaglielo a spiegare che mi stavo intrattenendo in qualche immaginaria conversazione…ma con chi poi???…mistero….iaia
il guaio è che lo faccio anch'io, ma non lo ammetterò mai!
…non lo dire a nessuno…è un segreto tra te e me….'lo hai gia ammesso'…ssssttttttt!!!!!!!!!
P.S.sono sempre iaia!
Ringrazio iaia he mi ha consigliato di venirti a leggere. Mamma quanto mi piace come scrivi!!Le autoconversazioni? Ehhh quando sono sola a casa hai voglia che è tutto un botta e risposta! :)))Complimentissimi.Lory
Grazie ragazze! Ora basta con i complimenti che mi monto la testa!
Buonasera :-D.Io spettegolo con me stessa da sola in auto, così spero che se qualcuno mi becca creda che sia al telefono con il vivavoce.Complimenti hai un modo molto dolce e limpido di scrivere.Spero ti faccia piacere se tornassi a trovarti.Setarossa.
Grazie Setarossa, mi fa piacere sapere che sei passata da qui! Se volessi tornare…la porta è sempre aperta!
Per un attimo, ho pensato che una delle mie figlie: (i) avesse imparato a scrivere; (ii) avesse un blog; (iii) pensasse a me.
mi consola l'idea di non essere l'unica figlia dotata di padre "autoparlante"!
e con pipa in bocca.
ehi, ma anch'io parlo da sola, me ne accorgo se passo di fronte a uno specchio…e gesticolo pure…ciao!polly
ciao carino il tuo blog …sono anke io una autoconversionaria….mi domando e mi rispondo e a volte mi mando pure a quel paese…….a presto
spero da grande di diventare come lui
Grazie Kirby, appena mio padre saprà di avere un ammiratore si accenderà una pipa in tuo onore!
ricordo benissimo quel signore con la pipa, autoparlante,distratto e con la testa in giù. di tanto in tanto tirava un mad….boia se, scrivendo, le cose non tornavano. siamo molto amici da lunga pezza, anzi, per vari anni, quasi vicinissimi di macchina scrivere . . consèrvatelo bene questo papà.merita il tuo affetto.così come la tua mamma, invece piuttosto silenziosa e discreta. la ricordo accanto al suo capo-ufficio, con un sorriso appena accennato, quando ricevetti il primo contrattino trimestrale in quella certa grande e ingiustamente maltrattata azienda che si chiama…
Lo tengo stretto il mio babbo, però si presta così bene a essere preso in giro!