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Il blocco dello scrittore

‘Panzone aiuto!’
‘Che succede?’
‘Sto male!’
‘Ma cos’hai? Hai mal di pancia?’ Il Panzone è ossessionato dal mal di pancia.
‘Non ho mal di pancia. Sto male perché non posso più scrivere.’
‘Non mi sembra che tu abbia una mano rotta.’
‘Uffa … non posso più scrivere perché non ci riesco. Mi è venuto il blocco dello scrittore ancora prima di diventare uno scrittore. E ora come farò? Solo a pensarci mi viene la tachicardia, mi si blocca il respiro e mi viene da piangere.’ Fisso lo schermo bianco del mio computer e strizzo gli occhi per trattenere il fiume di lacrime.
‘Stai tranquilla, è solo un momento. Ti riposi qualche giorno e poi ricominci a scrivere storielle caustiche sul tuo amato Panzone.’
‘No, non riuscirò mai più a scrivere una sola riga!’ Ormai gli argini si sono rotti e il fiume scorre incontrollato.  
‘Ora cerca di calmarti e spiegami per bene qual è il problema. Non hai più idee? Se vuoi posso combinarne qualcuna delle mie … ’
‘Per favore non fare nulla, di idee ne ho anche troppe. È che sono ferma su due storielle da quasi una settimana.’
‘Allora mettile da parte e scrivi qualcos’altro.’
‘Non posso, ormai mi sono messa in testa che devo scrivere per forza queste.’
‘Facciamo così: raccontami queste storielle.’
‘La prima storiella parla del Panzone che va a fare la spesa. L’altra invece racconta mio padre alle prese con i lavori di casa.’
‘Cosa mai ci sarà da ridere del sottoscritto che fa la spesa?’
‘In realtà non fai molto ridere. Salti da uno scaffale all’altro parlando da solo, litighi con le vecchiette che lasciano il carrello in mezzo al corridoio, sei sempre convinto che quando sei in fila alla cassa nessuno rispetti il proprio turno … Non fai ridere, fai paura.’
‘Uffa, la solita esagerata. E allora perché farne un racconto comico?’
‘Perché la prima volta che sono entrata in un supermercato con te ho giurato a me stessa che se non avessi trovato il lato comico sarei stata costretta a seppellirti sotto lo scaffale delle offerte.’
‘Io farò pure paura però tu una storiella ormai l’hai scritta.’
Guardo lo schermo del computer stupita.
‘Non me ne ero accorta. Grazie, Panzone.’